Lunedì il dollaro statunitense è sceso nei confronti dello yen e ha toccato i minimi degli ultimi quattro anni nei confronti dell'euro, in un contesto di ottimismo del mercato circa il raggiungimento di accordi commerciali con gli Stati Uniti, che potrebbero spingere la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse.
Il dollaro ha continuato ad avere una performance negativa nei confronti della sterlina, avvicinandosi ai minimi degli ultimi quattro anni, mentre ha toccato il minimo decennale nei confronti del franco svizzero, mentre la Casa Bianca si avvicina a un accordo con la Cina.
Gli investitori hanno interpretato la testimonianza resa la scorsa settimana al Congresso dal presidente della Fed Jerome Powell come tendente alla cautela, dopo aver affermato che sono probabili dei tagli ai tassi se l'inflazione non aumenterà quest'estate in risposta ai dazi.
Secondo lo strumento Fedwatch, le probabilità di un taglio del tasso di interesse dello 0,25% da parte della Fed a luglio erano del 20%.
Le probabilità di un simile taglio a settembre erano decisamente più alte, del 93%.
Attualmente, i mercati attendono una serie di dati importanti dagli Stati Uniti questa settimana, tra cui il rapporto cruciale sulle buste paga di venerdì, che potrebbe avere un impatto sulle aspettative del mercato in merito alle prossime mosse della Fed.
Le dichiarazioni di Trump mettono sotto pressione il dollaro
Il dollaro è stato nuovamente messo sotto pressione dai rinnovati attacchi del presidente Donald Trump contro Powell, che lo ha esortato a dimettersi prima della fine del suo mandato a maggio.
Trump ha anche affermato di voler abbassare i tassi di interesse principali dall'attuale 4,25-4,5% all'1%, aggiungendo che intende sostituire Powell con qualcuno molto più interessato a un allentamento monetario.
Gli investitori stanno anche analizzando il nuovo, massiccio disegno di legge di Trump sui tagli alle tasse e sulla spesa, attualmente al Senato, che si stima aggiungerà 3,3 trilioni di dollari al debito pubblico in 10 anni.
Altrimenti l'indice del dollaro si dirige verso il più grande calo semestrale dall'inizio degli anni Settanta.
Si è attestato intorno a 97,193, vicino ai minimi degli ultimi tre anni.
Prestazioni dei principali rivali
Il dollaro è sceso dello 0,4% rispetto allo yen a 144,11
L'euro si è attestato a 1,1723, vicino ai massimi di settembre 2021
La sterlina è scesa dello 0,1% a 1,3701 dollari, ancora vicina ai massimi di ottobre 2021
Il franco svizzero si è attestato vicino ai massimi di gennaio 2015 a 0,7978.
Il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent ha dichiarato venerdì che Washington e Pechino hanno risolto la controversia sulle spedizioni di minerali di terre rare negli Stati Uniti.
Si aspetta che gli Stati Uniti concludano numerosi accordi commerciali entro l'inizio di settembre, esprimendo flessibilità in merito alla scadenza finale sui dazi fissata da Trump per il 9 luglio.
Per quanto riguarda le altre valute: lo yuan è salito dello 0,1% rispetto al dollaro, attestandosi a 7,163 in seguito alle notizie sugli accordi commerciali, mentre il dollaro canadese ha ceduto i guadagni precedenti e si è stabilizzato verso la fine della sessione.
Lunedì i prezzi dell'oro sono saliti nelle contrattazioni europee, allontanandosi dai recenti minimi delle cinque settimane, mentre il dollaro è sceso nei confronti dei principali rivali.
Il prezzo
Oggi il prezzo dell'oro è salito dello 0,7%, raggiungendo i 3.296 dollari l'oncia, con un minimo del 29 maggio a 3.247 dollari.
Venerdì l'oro ha perso l'1,6%, la seconda perdita consecutiva, mentre si attenuano le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Il metallo prezioso ha perso il 2,8% la scorsa settimana, la seconda perdita settimanale consecutiva, mentre la domanda nei mercati rifugio è crollata.
Dollaro statunitense
Lunedì l'indice del dollaro è sceso dello 0,3%, accentuando le perdite per la sesta sessione consecutiva e toccando il minimo degli ultimi tre anni a 96,97 rispetto a un paniere di importanti rivali.
Un dollaro più debole rende i futures sull'oro denominati in dollari più economici per i detentori di altre valute.
Il calo si verifica in un momento in cui gli investitori sono sempre più ottimisti sui futuri accordi commerciali con gli Stati Uniti, il che potrebbe indurre la Fed a tagliare i tassi quest'anno.
Washington e Pechino sono sul punto di raggiungere un accordo sui dazi, mentre il Canada ha abolito una tassa digitale che aveva scatenato la furiosa reazione di Trump.
Tariffe USA
Gli investitori hanno interpretato la testimonianza resa la scorsa settimana al Congresso dal presidente della Fed Jerome Powell come tendente alla cautela, dopo aver affermato che sono probabili dei tagli ai tassi se l'inflazione non aumenterà quest'estate in risposta ai dazi.
Secondo lo strumento Fedwatch, le probabilità di un taglio del tasso di interesse dello 0,25% da parte della Fed a luglio erano del 20%.
Le probabilità di un simile taglio a settembre erano decisamente più alte, del 93%.
SPDR
Venerdì le riserve auree dell'SPDR Gold Trust sono aumentate di 1,43 tonnellate, raggiungendo un totale di 954,82 tonnellate.
Lunedì lo yen si è rafforzato negli scambi asiatici rispetto a un gruppo di importanti rivali, muovendosi nei confronti del dollaro in una zona positiva e avvicinandosi ai massimi plurisettimanali, mentre il biglietto verde continua a indebolirsi.
Le probabilità di un aumento dei tassi di interesse in Giappone a luglio sono diminuite dopo l'ultima riunione della Banca del Giappone, poiché gli operatori finanziari ora attendono maggiori indizi su inflazione, salari e disoccupazione nella terza economia più grande del mondo.
Il prezzo
Oggi il prezzo USD/JPY è sceso dello 0,55% a 143,80, con un massimo della sessione a 144,62.
Venerdì lo yen ha perso lo 0,2% nei confronti del dollaro statunitense, in seguito alla presa di profitto rispetto al massimo delle ultime due settimane a 143,75.
La scorsa settimana lo yen è cresciuto dell'1% rispetto al dollaro, registrando il secondo profitto settimanale in tre settimane.
Dollaro statunitense
Lunedì l'indice del dollaro statunitense è sceso dello 0,2%, in procinto di registrare la sesta perdita consecutiva e di toccare i minimi degli ultimi tre anni a 96,99 contro un paniere di importanti rivali.
Il calo si verifica in un momento in cui gli investitori sono sempre più ottimisti sui futuri accordi commerciali con gli Stati Uniti, il che potrebbe indurre la Fed a tagliare i tassi quest'anno.
Washington e Pechino sono sul punto di raggiungere un accordo sui dazi, mentre il Canada ha abolito una tassa digitale che aveva scatenato la furiosa reazione di Trump.
Gli investitori hanno interpretato la testimonianza resa la scorsa settimana al Congresso dal presidente della Fed Jerome Powell come tendente alla cautela, dopo aver affermato che sono probabili dei tagli ai tassi se l'inflazione non aumenterà quest'estate in risposta ai dazi.
Tariffe giapponesi
Le probabilità che la Banca del Giappone aumenti i tassi di interesse dello 0,25% a luglio sono ancora inferiori al 40%.
Ora gli investitori attendono ulteriori indizi dal Giappone questa settimana per formulare una previsione più accurata.
Venerdì gli indici azionari statunitensi sono saliti, mentre gli investitori continuano a ignorare i recenti sviluppi commerciali e i dati sull'inflazione.
Il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick ha confermato in alcune dichiarazioni rilasciate a Bloomberg che è stato raggiunto un quadro generale per un accordo commerciale con la Cina e che gli Stati Uniti si aspettano di concludere presto accordi con 10 importanti partner commerciali.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che interromperà i colloqui commerciali con il Canada dopo che quest'ultimo ha imposto una tassa sui servizi digitali alle aziende tecnologiche statunitensi.
Trump ha descritto il Canada come un Paese con cui è difficile avere rapporti commerciali e ha preso in considerazione la nuova tassa canadese e l'attacco agli Stati Uniti.
Per quanto riguarda i dati, la spesa per consumi personali negli Stati Uniti è aumentata del 2,7% su base annua a maggio, superando le stime del 2,6%.
Alla chiusura, il Dow Jones è salito dell'1%, ovvero di 432 punti, raggiungendo i 43.819 punti, con un profitto settimanale del 3,8%.
L'indice S&P 500 è salito dello 0,5%, ovvero di 32 punti, raggiungendo i 6.173 punti, con un utile settimanale del 3,4%.
Il NASDAQ ha guadagnato lo 0,5%, ovvero 105 punti, arrivando a 20.273 punti, con un utile settimanale del 4,25%.